Il documentario nasce da un sogno molto intenso fatto in una fredda notte d’inverno. Al mio risveglio
ho scritto l’intera sceneggiatura, di cui questo documentario non è che una parte. Mentre scrivevo la mia
impressione era quella di aver rintracciato il bandolo di una matassa universale e di doverlo quindi
consegnare a un pubblico affinché potesse seguirne il filo trovandone lungo il proprio cammino un senso
ed entusiasmo tutto personale – ma oserei dire anche impersonale.

Quando ho iniziato a lavorare a questo documentario ancora non sapevo che il mio lavoro di divulgazione
mi avrebbe portato a concretizzarne i contenuti in modo da permettermi di incontrare quella parte di me
che alla fine ne sarebbe divenuto il regista.

I messaggi principalmente comunicati riguardano la logica dominatore/dominato che pervadendo la
civiltà in ogni sua parte, e dunque necessariamente anche la relazione fra i due generi, ha anteposto il
conflitto, la separazione e il profitto alla mutualità e allo sviluppo ulteriore delle facoltà umane fisiche e
spirituali, scollegate a forza dal pensiero, dalle sensazioni e dal sentimento civilizzati.

Abbiamo fatto una scelta di regia che escludesse il girato e la narrazione centrata su personaggi ben
definiti perché non desideriamo che il pubblico si identifichi con il protagonista con cui risuona di più
bensì che si immerga nell’intero messaggio, come se fosse dentro una sfera o un grembo. Crediamo che
questo effetto evocativo possa regalare un’impressione molto ampia e coinvolgente al pubblico e che
quindi esso possa risuonare e sentirsi trasportato dentro le immagini cercando di decodificarle con la
conseguenza di far emergere le sue stesse ispirazioni e idee.

Non soltanto l’ambientazione è infinita e indefinita, ma pure il tempo lo è. Infatti, le voci narranti, pur
essendo collocabili in momenti storici e bivi per l’umanità ben precisi, sono le voci di archetipi eterni e
sempre attuali. E così la Preistoria, culla e paradiso del nostro immaginario e il Rinascimento, terreno di
riscoperta e fioritura dell’essere umano, possono rigermogliare nel presente. L’opportuna ambientazione
del docu-film è dunque la coscienza individuale che, cogliendo le suggestioni e vibrando nell’atmosfera
dell’interiorità, possa restituire agli spettatori il sogno e la visione dell’essere attori del proprio destino.

Scritto e diretto da Rocco Bruno
Montaggio e Regia: Cristina Salvadori
Voice Off: Massimo Corvo - Stefania Pepe